C'era una volta un buon uomo, che viveva in una grande casa con la sua unica figlia. Per rendere felice la sua bambina, le regalava ogni cosa che ella desiderasse. Pensando che alla bambina mancasse una la figura materna, decise di risposarsi con una vedova che aveva due figlie. Poco tempo dopo il padre morì e la matrigna si mostrò dura e crudele nei confronti della figliastra. Ella era invidiosa della bellezza e della dolcezza della fanciulla, che era in contrasto con la bruttezza e l' antipatia delle sue due figlie, chiamate Anastasia e Genoveffa.
Gli anni passarono e la bambina, divenuta una graziosa ragazza, era costretta dalla matrigna e dalle sorellastre a svolgere tutte le faccende domestiche e i lavori più pesanti. Mentre Anastasia e Genoveffa vestivano riccamente e dormivano in lussuose stanza, ella possedeva soltanto un vestito grossolano abbianato ad un grembiulino ed era costretta a vivere in soffitta.
La ragazza dopo aver svolto tutte le faccende a suo carico, era solita sedersi vicino al caminetto per riscaldarsi, dove c'era la cenere, perciò fu soprannominata Cenerentola. Nonostante tutto questo la ragazza era buona e dolce e coltivava una bellezza rara. Fece amicizia con gli uccellini che la svegliavano alla mattina e con i topolini che abitavano nella sua soffitta. Cucì a loro dei minuscoli vestitini e diede a ciascuno di loro un nome. Ella li salvava anche dalle trappole e dal cattivo gatto della Matrigna chiamato Lucifero.
Un giorno il re convocò tutte le fanciulle del paese al ballo reale in modo tale che suo figlio, il principe, potesse trovare consorte.
L'invito arrivò anche in casa di Cenerentola ed ella speranzosa pensò di parteciparvi. Anche la matriga le diede il consenso, però ella doveva finire tutti i lavori. Cenerentola fu tenuta occupata tutto il giorno, mentre la matrigna e le sorellastre pensavano a come vestirsi per l'occasione.
Quando Cenerentola tornò nella sua stanza sistemò un vecchio vestito di sua madre, con l'abile aiuto dei topini, e lo riportò al suo antico splendore. Però quando le sorellastre la videro, furono accecate dall'invidia e glielo strapparono, rovinandoglielo. Così andarono alla festa senza di lei.
La povera Cenerentola rimasta sola andò in giardino e iniziò a piangere. Però come per incanto comparse la fata madrina che la consolò. Fece un incantesimo e trasformò una zucca in una bellissima carrozza, il cavallo in un cocchiere, il cane Tobia in un valletto e i topini in quattro bellissimi cavalli. Poi la fata madrina trasformò il vestito rovinato della fanciulla in un bellissimo abito bianco di seta e le donò due spendide scarpette di cristallo. La fata avvertì Cenerentola che a mezzanotte l'incantesimo sarebbe svanito perciò le fece promettere di ritornare a casa in tempo.
Cenerentola promise, la ringraziò, salì in carrozza e partì felice verso il palazzo reale. Quando la ragazza fece il suo ingresso nel salone del ballo, il principe la guardò stupito dalla sua bellezza. Le si avvicinò e gentilmente le chiese di danzare.
Per tutta la serata il principe ballò con lei e le tenne la mano. La matrigna e le sorellastre invidiarono quella bella fanciulla e fortunatamente non la riconobbero. Il re guardò felice suo figlio, pensando che finalmente avesse incontrato la ragazza dei suoi sogni.
Cenerentola danzava felice con il principe, quando improvvisamente si accorse che l'orologio batteva la mezzanotte. Perciò attraversò il salone e si affrettò ad andarsene. Il principe e il gran duca la rincorsero inutilmente. Una scarpetta di cristallo le si sfilò correndo, ma lei non si fermò finché non fu in carrozza.
La carrozza partì, ma poco dopo essere uscita dal castello, l'orologio battè il dodicesimo rintocco, l'incantesimo svanì e tutto tornò al'aspetto originale. Il principe recuperò la scarpetta di cristallo persa dalla ragazza. Il giorno dopo il Granduca fu incaricato dal re di cercare in tutto il regno quella fanciulla che avrebbe calzato perfettamente quella scarpina, perchè sarebbe stata la futura sposa del principe.
Quel mattimo il Granduca provò a tutte le dame del regno la scarpina, ma inutilmente. Arrivò infine a casa di Cenerentola e la matrigna felice corse a svegliare le figlie. Mentre Anastasia e Genoveffa erano tutte indaffarate a prepararsi per l'evento, la matrigna seguì Cenerentola e la chiuse a chiave nella soffitta.
Fortunatamente però i suoi amici topini riuscirono a recuperare la chiave e la liberarono in tempo. Mentre le sorellastre cercavano di calzare quella scarpetta troppo piccola per i loro piedoni, Cenerentola si liberò e corse giù per le scale chiedendo di provare la scarpina. La Matrigna cercò di dissuadere il Granduca dicendo che si trattava soltanto di una serva, ma lui le rispose che era incaricato a far provare la scarpetta a tutte le fanciulle del Regno.
Però la matrigna, cattiva e spietata, fece lo sgambetto al servitore e la scarpetta caddè a terra in mille pezzi. Ma Cenerentola estrasse dalla tasca del grembiula l'altra scarpetta. Il granduca constatò che la ragazza la calzava perfettamente. Cenerentola fu accompagnata a palazzo reale, dove la accolsero con una grande festa. Poco dopo si sposò con ìl principe e vissero per il resto della loro vita felici e contenti.

.:La Gallery di Cenerentola:.