.:Alimentazione, nuoto e sonno:.



Alimentazione

Il delfino tursiope è una specie opportunista, nutrendosi principalmente di pesci (acciughe, sgombri, cefali, etc…) e cefalopodi (calamari, seppie e polpi), ma non disdegnando all'occorrenza i crostacei. Studi effettuati sui contenuti stomacali hanno evidenziato come nel Mediterraneo i tursiopi si nutrano principalmente di naselli (Merluccius merluccius), pesci sciabola (Lepidopus caudatus), gronghi (Conger conger) e calamari europei (Loligo vulgaris). I denti conici sono utilizzati per afferrare il cibo, non per masticarlo.
Spesso i tursiopi cooperano tra di loro per cacciare, e sono note anche cooperazioni tra delfini e pescatori. Inoltre frequentemente seguono i pescherecci, per nutrirsi degli scarti o delle perdite dei pescatori.
Una particolare tecnica di caccia utilizzata da alcuni tursiopi è la strand-feeding o beach hunting, una tattica simile a quella usata dalle orche: i delfini radunano prima i pesci verso le coste sabbiose, nuotando paralleli ad esse, poi li spingono sulla sabbia e se ne nutrono spiaggiandosi parzialmente o completamente. Infine tornano al mare, con un movimento ad U. La strand-feeding è una tecnica piuttosto pericolosa, per questo viene praticata generalmente nei periodi di alta marea. Può essere praticata da individui solitari o da gruppi di delfini che collaborano per la cattura dei pesci. È un comportamento che si sviluppa solo nei tursiopi nati da altri beach-hunters, ma studi effettuati sul DNA mitocondriale hanno portato ad escludere una trasmissione genetica di questa tecnica di caccia, per cui si pensa che i delfini la imparino osservando le loro madri.

Cibo e caccia

Il delfino tursiope è un predatore versatile che adatta le sue tecniche di caccia alle condizioni del luogo e alla presenza di prede. Si nutre in acque profonde e torbide e usa il suono per localizzare le sue prede. Produce infatti una serie di ticchettii che direziona utilizzando i tessuti grassi della fronte, ed è in grado così di riconoscere l'eco caratteristico, riflesso da qualsiasi cosa sia commestibile.
Da solo il delfino tursiope è un cacciatore innovativo e astuto. Per esempio sulla costa della Louisiana, negli Stati Uniti, i delfini sono stati visti spingere pesci nelle secche fangose, fino quasi ad arenarsi essi stessi nel tentativo di seguire le prede fino all'ultimo.
Quando cacciano insieme i gruppi di delfini saltano dapprima fuori dall'acqua per localizzare e concentrare un branco di pesci, poi agiscono dal basso spingendo le prede fino alla superficie.

Nuoto

I delfini nuotano ad una velocità massima di 45 Km/h. Spesso i delfini tursiopi seguono le scie delle navi veloci, raggiungendo punte di velocità di 25 km/h.
Delfini e balene si muovono nell'acqua spingendo la coda su e giù, in contrasto con il comportamento della maggior parte dei pesci, che muovono orrizontalmente coda e dorso per avanzare. Ma l'eccezionale potenza del delfino non è dovuta soltanto alla sua capacità muscolare: è infatti così idrodinamico che nuota incontrando una resistenza minima.
In più, è stato ipotizzato, che quest'animale riesca a modificare i contorni della sua pelle mobile e quasi gommosa per eliminare ogni zona di turbolenza che si crei mentre nuota. Le cellule della pelle contengono inoltre secrezioni oleose la cui effusione lubrifica il passaggio nell'acqua.
L'acqua vicina al loro corpo scorre parallelamente ad esso in un flusso laminare privo di turbolenze, riducendo così al minimo l'attrito.Questo è soprattutto merito della loro pelle dotata di una struttura avente al suo interno speciali creste cutanee e di secrezioni oleose che eliminano la turbolenza ed agevolano lo scivolamento dell'acqua. Il ruolo della pinna caudale è molto importante. Priva di supporto osseo e costituita da muscolo e tessuto fibroso, è un organo propulsione del nuoto, grazie anche alle potenti battute verticali dei suoi lobi. I muscoli della coda sono molto potenti. Il movimento verso l'alto genera il moto, il ritorno passivo verso il basso riconduce alla posizione iniziale. Questa dinamica sembra consentire al flusso laminare di separarsi alla fine del corpo dell'animale senza provocare attriti. Senza utilizzare la forza muscolare i delfini sono abilissimi a cavalcare le onde sfruttando i flussi prodotti dal vento o dalla prua delle navi, ma è pinneggiando con vigore e girandosi su un fianco che riescono a raggiungere le loro incomparabili velocità. Importante è anche il ruolo delle pinne natatorie che servono soprattutto per modificare la direzione e della pinna dorsale che contribuisce a mantenere la stabilità.

Sonno

I delfini fanno riposare metà cervello alla volta. L'altra rimane sveglia per consentirgli di svolgere alcune funzioni fondamentali come quella di emergere e respirare. Il sonno dei delfini sembra non attraversare la fase REM (Rapid Eye Movements), che caratterizza queasi tutti i mammiferi, anche se è stato dimostrato che in alcuni individui maschi avvengono eventi di erezione, caratteristica del sonno Rem.