.:Comportamento:.

.:Le guide per capire i nostri amici a 4 zampe:.


IL CANE

Capire il cane

Il cane comunica il suo stato d'animo soprattutto attraverso il linguaggio del corpo, e non è difficile imparare ad interpretarlo. Ad esempio, la posizione della cosa fornisce molte informazioni: infilata tra le gambe indica paura, abbassata e ferma è segno di ansia, alta e fiera é tipica di un cane sereno e, come tutti sanno, se viene agitata manifesta grande felicità.
Le orecchie dritte indicano attenzione e concentrazione, ma se puntano in avanti denotano uno stato di allarme. Attenzione a un cane che ringhia e scopre i denti: é un atteggiamento di minaccia. Attenzione ancora maggiore se esso scopre i denti senza ringhiare: significa che è pronto ad attaccare.

Questa é casa mia

I maschi marcano il territorio con spruzzi di urina e con il secreto odoroso delle ghiandole anali: chiunque abbia portato un cane a passeggio conosce bene la meticolosità con cui esso si impegna a coprire con il suo odore ogni traccia di altri cani. Per il mondo canino l'olfatto é importantissimo. Se ne ha la possibilità, il cane ama "sporcarsi" rotolandosi al suoloper acquisire un odore particolare.

Una mente brillante

Il cane non ama stare a lungo da solo poiché é un animale sociale, a suo agio all'interno di un branco: poco importa se in realtà tale branco coincide con la famiglia umana.
Così, il suo istinto lo porterà ad essere fedele, leale, ed estremamente protettivo soprattutto nei confronti dei "cuccioli" del branco, i bambini. Riconoscerà l'autorità del padrone e sarà piuttosto sospettoso nei confronti degli estranei. Inoltre il cane non si limita ad avere un istinto infallibile, ma aggiunge a questo una vivace intelligenza che gli permette di acquisire, attraverso l'apprendimento, molte altre abilità.
Addestrare un cane richiede molta pazienza, e qualche trucco: ad esempio, le lezioni sono più profique prima dei pasti, poiché un leggero languorino rende il cane più attento e il "premio" per un comando eseguito correttamente viene apprezzato e ricordato meglio
Per prima cosa occorre insegnargli a rispondere al suo nome e a capire il significato della parola "no"... Invece, per imparare giochi e comandi più complessi, il cucciolo dovrà almeno avere sei mesi. In ogni caso, una lezione non dovrebbe durare più di una decina di minuti.

Fido, non si fa!

Può capitare, nonostante l'impegno del padrone, che un cane si ostini a mettere in pratica dei comportamenti difficili da accettare (come scavare i fiori nel giardino dei vicini), o addirittura pericolosi per sè (come mangiare cose nocive) e per gli altri (aggredire e mordere). In questi casi l'unica cosa da fare è parlarne con il veterinario e rivolgersi a una buona scuola di educazione cinofila.

Invito a giocare

Per indurre un cane più piccolo a giocare con lui, il cane più grande si sdraia sul dorso con le zampe posteriori divaricate, indicando così le sue buone intenzioni.
Se il cane più piccolo non si muove, quello grande prova a farsi notare facendo salti in aria. Quando il cane vuole giocare con il suo padrone, va a prendere la sua palla o il suo osso e glieli porta davanti. Incomincia poi ad abbaiare allegramente con il posteriore alzato, le zambe anteriori piegate e la coda scondizolante.

La paura

Quando commette una sciocchezza e il padrone lo rimprovera, il cane ha la coda tra le zampe, il posteriore un pò abbassato e cammina adagio. Può arrivare anche a strisciare con la coda e la testa basse, le orecchie appiattite indietro, reagendo in questo modo allo sguardo arrabbiato del suo padrone.

Educare il proprio cane

Un cane deve essere educato fin dalla giovane età per questo è importante insegnargli cosa è giusto e cosa è sbagliato, ai fini di non causare nessun problema

Punizione o premio

Quando il cane obbedisce a un ordine bisogna subito premiarlo con una carezza o un bocconcino. Così, a poco a poco, il cane capirà e lo rifarà. Se, al contrario sbaglia, è necessario punirlo subito. Se, rientrando la sera, si sgrida un giovane cane perché ha mangiato una ciabatta, è sbagliato.
Il cucciolo è felice di rivedere il suo padrone e non è in grado di mettere in relazione la punizione con il fatto di aver rotto la ciabatta perché è passato troppo tempo dal momento in cui lo ha fatto.

Dove fare i bisogni

Dopo il pasto o quando si sveglia il cucciolo fa sovente i suoi bisogni. Perché non sporchi ovunque, occorre insegnargli a farli su un giornale, mettendovelo sopra, o al'esterno, portandolo a passeggio.

Obbedire ai comandi

Il cane deve essere capace di obbedire ad alcuni comandi, come "aspetta", "vieni", "al piede", "seduto". Per insegnargli a sedersi, per esempio, si premerà leggermente il suo posteriore dicendigli "seduto". Poco alla volta il giovane cane assocerà la parola "seduto" con la posizione.


IL GATTO

I gatti sono animali territoriali: ognuno di loro ha un ampio spazio che delimita accuratamente e perlustra in continuazione, miagolando insistentemente per farsi aprire tutte le porte chiuse che trova sul suo cammino. Le porte, infatti, sono confini umani e non felini: il territorio del gatto ha un'invisibile linea di frontiera fatta di odori, emessi dalle numerose ghiandole presenti sulla pelle (ad esempio sulle guance e sotto le zampe) e anche dall'urina spruzzata qua e là.

Casa De' Micis

Per "firmare" il possesso del territorio il gatto graffia con gli artigli alcune superfici ben in vista. Si tratta di comportamenti difficili da accettare per gli umani padroni di casa, ma fanno parte di quel bagaglio di antichi istinti che il nostro micio ha ereditato dagli antenati selvatici. Un mezzo efficace per far capire al testardo felino che un certo comportamento non è accettabile consiste nello spruzzare con un pò d'acqua il muso del colpevole colto sul fatto.

Sua altezza!

Il territorio dei gatti si estende sia in orrizontale che in verticale, e molto impegno viene speso per raggiungere postazioni elevate. Capita a volte che un gatto giovane si arrampichi così in alto da avere difficoltà nella discesa: niente paura, l'innato senso dell'equilibrio gli permetterà comunque di atterrare sulle quattro zampe senza danno.

Parola di gatto

I gatti comunicano fra loro (e anche con gli umani abbastanza attenti da capirne il linguaggio) attraverso un gran numero di suoni. Possono emettere borbottii a bocca chiusa, come i brusii di saluto o le fusa.
Esso può produrre sessantrè suoni differenti per mostrare contentezza, collera o paura.
Di solito le fusa esprimono soddisfazione, tanto più intensa quanto più è forte il suono prodotto, ma se ne emesse da un micio che appare abbattuto possono indicare anche la presenza di un forte dolore, e quindi di uno stato di malattia.
Per richiamare l'attenzione i gatti emettono un suono a bocca semiaperta, il classico "miaou" che tutti conosciamo, e che viene più o meno prolungato per esprimere richieste, perplessità, preoccupazione. Quando il nostro amico è veramente arrabbiato, o comunque vuole comunicare forti emozioni, emetterà dei gridi a bocca aperta, magari uniti a soffi e gemiti.

Capire il gatto

I suoni non sono l'unico modo felino di comunicare: in realtà tutto il corpo del gatto viene usato per esprimere messaggi di varia natura. Ecco alcuni esempi di uso della coda: rizzata in verticale indica saluto, ripiegata sopra la testa è segno di fierezza e dominanza, se sferza l'aria orizzontalmente vuole esprimere fastidio.
Le orecchie appiattite rafforzano quest'ultimo messaggio. La postura del corpo può essere usata per esprimere uno stato di paura, quando il micio si appiattisce al suolo quasi a voler scomparire sottoterra, o di aggressività: in questo caso il gatto solleva il didietro e rizza il pelo per cercare di apparire ancora più grosso e minaccioso di quanto sia in realtà.Se questo atteggiamento è accompagnato da soffi, orecchie appiattite e coda sferzante è meglio starne alla larga.
Al contrario, il massimo grado di fiducia e affetto viene espresso da un micio che si mette a pancia all'aria, esponendo così alle coccole la parte più sensibile e delicata del suo corpo. Se vogliamo raggiungere questo perfetto livello di amicizia con il gatto appena arrivato a casa, dovremo avere cura di accarezzarlo con dolcezza per almeno mezz'ora al giorno.

La ginnastica del risveglio

Quando il gatto si sveglia, sbadiglia e stira a lungo. Dalla cima della testa fino alla punta della cosa tutte le articolazioni sono in movimento. Questa specie di ginnastica ristabilisce la circolazione e i riflessi. Il gatto inizia stirandosi le zampe anteriori, poi inarca il dorso, fa una piroetta e infine si stira le zampe posteriori, una dopo l'altra. Una volta compiuti questi esercizi, il gatto è in piena forma.

Un gomitolo per giocare

Grande giocatore, il gatto può trascorrere ore intere divertendosi con un semplice gomitolo di lana. Come un cacciatore, balda su di esso, l'afferra con le zampe e alla fine rimane aggrovigliato nei fili. Il gatto ama tutto ciò che è morbido, soffice e spesso succhia i fili di lana.

Inarca la schiena per spaventare

All'avvicinarsi di un cane o di un altro gatto che si trovi nel suo territorio, il gatto inarca la schiena per intimidire il nemico. Le dimensioni corporee sono importanti quando si vuole spaventare un avversario: il gatto rizza il pelo, dando l'impressione di essere molto più grosso di quanto non sia in realtà, se ha paura o se intende attaccare. Guarda fisso il nemico, dilata le pupille, abbassa le orecchie, estrae le unghie e spalanca la bocca. Gli capita anche di ringhiare, di soffiare oppure di sputare.

Esplorare la lavatrice

Molto curioso, il gatto può nascondersi nei posti più impensati, come ad esempio nella lavatrice. Ben protetto e in quiete, esso può schiacciare un pisolino in tutta tranquillità. Allo stesso modo gli piace giocare a nascondino fra cartoni e intrufolarsi nei sacchetti di carta.

Giocare a battersi

I gattini trascorrono molto tempo a giocare insieme. Si inseguono, saltano gli uni sopra gli altri, cercano di afferrarsi la coda, si rotolano sul dorso, si danno zampate e morsi.
Ma dato che i loro artigli e i loro denti sono ancora minuscoli non si fanno mai del male. Giocando, i gattini imparano a controllare i muscoli e ad affinare i movimenti della caccia. Essi si tendono tranelli per imitare l'agguato e l'attacco. Da adulti, i gatti si battono fra di loro per difendere il territorio o per la conquista di una gatta. Ma quando si incontrano due gatti amici, si salutano sfiorandosi la punta del naso.

Rovistare nella pattumiera

I gatti randagi rovistano nelle pattumiere per nutrirsi, cosa che a volte può provocare litigi. Ma anche il gatto che ha una casa può avere il desiderio di frugare nella pattumiera, pur non avendo bisogno di mangiare. Perchè? Forse perchè un pasto sottratto o rubato è migliore di uno preparato dai padroni. Il gatto infatti prova un grande piacere a procurarsi il cibo con fatica. E' per questo che il gatto è ladro per natura. In effetti, resiste diffilmente a un piatto di salumi o una ciotola di panna lasciati sul tavolo.

Bere dal rubinetto

La maggior parte dei gatti non ama l'acqua. Ma, attratti da quella che cola dal rubinetto, essi preferiscono leccarla piuttosto che berla di una ciotola. I più arditi arrivano persino ad aprire il rubinetto, con un colpo di zampa, o a servirsi da soli.


IL CAVALLO

Il cavallo è un animale emotivo e timido. Pauroso, sussulta a ogni minimo rumore e un odore non usuale lo mette in allerta. La paura può provocargli reazioni violente. In caso di pericolo, il suo unico mezzo di difesa è la fuga. I suoi sensi sono sempre in guardia dato che ha avuto molti predatori per molto tempo. Il suoi zoccoli, molto sensibili, lo avvertono sulla qualità del terreno. La posizione degli occhi gli assicura un campo visivo molto esteso. Il cavallo ha l'udito fine, l'olfatto sviluppato e un'eccezionale memoria uditiva. Esso riconosce la voce del suo cavaliere e interpreta i comandi a seconda dell'intonazione. E' un animale molto socievole e ama la compagnia.

Il linguaggio del comportamento

Per esprimersi, il cavallo utilizza diversi atteggiamenti. Quando ha le orecchie ritte, il cavallo è attento e incuriosito. Anche l'occhio del cavallo è revelatore: completamente aperto è simbolo di franchezza; piccolo è segno di caparbietà; chiuso esprime la paura di un maltrattamento.
Un cavallo che salta e si rotola per terra è un cavallo felice. Tutti gli atteggiamenti del cavallo si accompagnano ai nitriti che possono esprimere gioia, collera o paura.
Il cavallo nervoso agita la cosa e abbassa le orecchie indietro. Se è spaventato o inquieto, si impenna, alza la testa e le sue narici sono dilatate. Quando invece, avverte un pericolo tende il collo in avanti, i muscoli vicini al naso si contraggono e preannunciano una scalciata.

Il branco selvatico

Allo stato selvaggio, i cavalli vivono in gruppi da 8 a 12 membri: i branchi. Il capo del branco è uno stallone disposto a combattere per difendere le giumente e i puledri del sup gruppo. Quando il branco si sposta, una vecchia giumenta esperta prende le decisioni e guida i cavalli verso buoni pascoli.

Una lotta tra stalloni

I combattimenti fra stalloni sono spettacolari. La maggior parte delle volte si verificano quando lo stallone di un branco si avvicina a un altro branco per cercare di sedurre una cavallo o per detronizzare il capo. All'inizio, gli stalloni si osservano con sfida, si fanno più grandi e minacciano a colpi di zoccoli.
Allora, il più minaccioso allontana l'avversario. Talvolta, viene ingaggianto un vero combattimento fra stalloni: ritti sulle zampe posteriori, cercano di mordersi a vicenda, alla gola o alle zampe anteriori.
Alla fine di un combattimento, il più debole, vinto, fugge. Il vincitore allora s'impadronisce della giumenta o diventa capo del branco.

Tratto da "I cani per farli conoscere ai bambini", "I gatti per farli conoscere ai bambini", "I cavalli per farli conoscere ai bambini" e "Cani e gatti la prima guida per conoscerli e amarli" edizioni "Larus"